Storia semiseria di un insegnante affascinante
Oggi mi interrogo su un nuovo quesito che attraversa la rete: “Chi è l’insegnante affascinante?” e soprattutto “Qual è la formula del fascino di un insegnante?”.
Il segreto si tramanda da anni e solo a pochi insegnanti è dato conoscerlo, ma chi insegue la misteriosa ricetta prima o poi la troverà.
L’insegnante affascinante di buon mattino si prepara per essere al cospetto dei suoi alunni e ricorda a se stesso che deve trasformarsi in una compressa effervescente. Deve infatti sciogliere la sua lingua e con tanti piccoli spruzzi deve far arrivare le sue parole e le sue idee a quel pubblico, non sempre attento, sprigionando la sua azione formativa con vivace curiosità.
L’insegnante affascinante, dopo aver anestetizzato gli sbadigli a fauci aperte e cancellato il “torpore mattutino” della sua classe, si veste di bravura, di carisma e di sensibilità per impedire, con la sua autorevolezza, con la gentilezza dei suoi modi, il naufragio del suo sforzo educativo.
Si sposta dall’altra parte, tra i banchi, si pone nei panni di chi deve ascoltarlo, di chi lo guarda con occhi annoiati per una lezione che potrebbe annoiare anche lui. Quando sembra che l’attenzione stia calando ecco che l’insegnante affascinante sfodera sorrisi. Si inventa una nuova energia e con forza vibrante propone itinerari alternativi, per sfuggire alla delusione di non aver ancora fatto centro nel bersaglio dell’interesse di chi ha di fronte, sperando di colpirlo. Certo non è facile essere un insegnante affascinante se si è lontani centinaia di chilometri dalla propria città, dalla propria casa e soprattutto dai propri affetti. Ma questa è un’altra storia.
L’insegnante affascinante indossa il mantello dell’autenticità dei pensieri e delle azioni, sotto cui nasconde la sua buona fede: gli alunni leggono nei cuori dei loro docenti.
La passione nel presentare una lezione, nel proporre dei contenuti o farsi carico delle problematiche dei propri allievi, genera una luce sfavillante che favorisce la circolarità delle conoscenze e così tutto arriva o quasi e ritorna con nuovi effetti gratificanti al dispensatore di luce: l’insegnante. È una ricarica di energia naturale!
Ma la sola passione, per quanto sia un ingrediente magico, non è sufficiente se non la si mescola alle competenze, alla capacità di liberare le potenzialità di ciascun alunno, a saper concedere gratificazioni, al momento giusto, al ragazzo che ha fatto bene.
Non è facile essere insegnanti affascinanti, si deve possedere un animo libero dai pregiudizi e agire con equità verso la classe. Tutto ciò richiede coraggio e fatica. Tanta fatica e spesso l’insegnante perde il suo fascino quando si scontra con i giudizi stereotipati dei colleghi o dei genitori, che devono essere presenti nella vita della classe, ma in punta di piedi, cercando di fondere la loro autorevolezza con quella degli insegnanti. Quando ciò avviene si eseguono meravigliosi concerti educativi!
Talvolta accade di sentirsi inadeguati. Avvertiamo che manca qualcosa: capita di pensare che le domande dei nostri allievi o gli ostacoli per raggiungere il cuore e la fiducia di un bambino siano infiniti. E poi lo scontro, un fraintendimento con un genitore o le attenzioni fantasma del dirigente, ci inducono a credere che non abbiamo ancora compreso come gira il mondo. Così la paura di non essere all’altezza, di aver detto una parola di troppo, di aver dato direzioni diverse a quella lezione preparata con cura certosina, genera confusione e sfiducia.
Ma è solo un momento perché senza perdersi d’animo l’insegnante affascinante si rifà il look: un look nuovo e coraggioso, contaminato da empatia, da sorrisi e fermezza per educare alla libertà e alla creatività, lasciando nei suoi alunni la magia dell’apprendimento, ponendosi come un modello affettivo che si aggrappa al bordo dei propri limiti, concentrato nello sforzo di volerli superare ogni giorno.
L’insegnante affascinante è pronto a ripartire, a resistere e a indicare nuove strade, consapevole che ciascuno viene al mondo per realizzare qualcosa di meraviglioso!
Maria Ruggi (Tutti i diritti riservati)