Le parole sospese

Le parole sospese

le parole sospeseE così finalmente te ne vai, caro 2020. Che dire? A me sono sempre piaciuti gli anni pari. Tutto ciò che ha cambiato la mia vita è avvenuto in quegli anni lì. Eppure tu mio 2020, ti sei manifestato come uno di quegli anni che nessuno dimenticherà, per il gran numero di persone che ti sei portato via e per la grande rivoluzione che hai generato nelle nostre vite, segnandole con il dolore e le preoccupazioni.

Ora affidiamo al 2021, che accoglieremo, la speranza che si attui il miracolo, il favoloso, che si liberi quella magia che siamo in grado solo di sognare. E a sognare siamo davvero bravi: soprattutto con gli occhi aperti.

Ti lasciamo andare con un pizzico di nostalgia, giusto un po’ per un anno che ha vestito i panni di un mostro e ci ha sottratto la possibilità di stare con le persone che amiamo, con gli amici, i parenti… Un anno che ci ha impedito di scoprire posti nuovi, costringendoci a riappropriarci di spazi domestici abbandonati da tempo. Certo qualche merito devo riconoscertelo: ci hai riavvicinato alle persone nonostante le distanze. Abbiamo scoperto un nuovo modo di stare insieme. E ora coltiviamo il desiderio di immaginare un anno migliore per ritornare a progettare belle esperienze.

Caro 2020, se ti fermerai a guardare nei nostri cuori, li troverai colmi di coraggio, di riflessioni e di sacrifici. Come superstiti di  una “strana guerra”, conserveremo il ricordo della paura e il suo sguardo lungo che ha paralizzato le nostre scelte e ha fatto vacillare le nostre sicurezze. In questa grande metamorfosi che ha investito il nostro stile di vita molti di noi si sono ritrovati confusi, turbati dal cambiamento in atto che ha distrutto le nostre identità più profonde. Tu però 2020 ci hai regalato la COMPRENSIONE: quella umana. Nella chiusura ci hai chiesto di aprirci agli altri, di gettare ponti di solidarietà mostrandoci empatici e simpatici. Vicini e lontani abbiamo riconosciuto negli altri e nelle parole situazioni simili alle nostre. Mi piace fermarmi alle parole. Quelle sospese.

Quelle non dette. Quelle che hanno l’urgenza di arrivare, ma poi rotolano lungo la strada e cercano ripari bui e alternativi. Le parole sospese sono quelle che si nascondono nel tempo dell’oggi e del domani. Sono parole che nelle nostre teste si vestono di luce e oro. Lì nessuno le vedrà splendere e vivranno nella cornice del sogno. Le parole sospese sono anche quelle intrecciate che si agitano nei pensieri e che avremmo tanto voluto comunicare a tutte quelle persone che adesso non sono più accanto a noi. Le parole sospese sono quelle rapite dal tempo. Sempre più breve, per poter dire all’altro qualcosa di noi. Sono tutte quelle parole che aspettano il suono per manifestarsi. Il loro eco lo senti nelle frasi: “PRIMA O POI GLIELO DIRO’. “VORREI TANTO PARLARGLIENE”. “HO TANTE COSE DA DIRTI”. “NON POSSO DIRGLIELO, GLI SPEZZEREI IL CUORE”. Ecco caro 2020 qualcosa ce l’hai insegnata anche tu. Ci ha mostrato come sia possibile cogliere le sfumature della vita, riconoscere la tenerezza delusa e accettare le rinunce e le promesse tradite. Intanto tutti insieme ti sfrattiamo, senza tanti complimenti. Un po’ nel tempo perderemo la memoria di quello che abbiamo sentito. Ci hai davvero spiazzato! Quante emorragie di cattivo umore hai fatto scorrere. Ci hai fatto sentire spesso sbagliati e inadeguati.

Che bello ora poter credere che l’anno che arriverà ci salverà. Ci troverà nuovi. Abbiamo infatti riscoperto il valore delle cose e delle parole perdute. A proposito di parole… Le prime che regalerò al nuovo anno, così in forma spontanea, in maniera imprevista, magari affacciandomi alla finestra e stringendole forte a me, saranno queste: SONO QUI 2021 E SONO FELICE DI POTERTI VIVERE! Buon anno a tutti!

Maria Ruggi (Riproduzione riservata)

 

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