Poesie e filastrocche sulle stagioni, sui mesi e sulla settimana

Poesie e filastrocche sulle stagioni, sui mesi e sulla settimana

Poesie e Filastrocche Stagioni, Mesi, Settimana

 

 

 

Poesie e filastrocche sulle stagioni

“Le stagioni”

Luce, tepore e fiori,
profumi e buoni odori,
pioggerella leggera:
è questa primavera!

Caldo, biade mature,
rischio di scottature
e pozze disseccate:
“Son io! Son l’estate!”

Grappoli d’oro ai tralci,
ruggine sulle falci,
foglie gialle in danza:
l’autunno rapido avanza.

Ventaccio, neve e gelo,
imbronciato e grigio il cielo;
tutto di neve è ammantato:
l’inverno è ormai arrivato!

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“Le stagioni”
(di Marisa)

Sono quattro come i moschettieri
le stagioni scacciapensieri.

É fatta di fiori e frutti profumati,
è la più sincera,
il suo nome è primavera.

È esuberante e piena di belle giornate:
è l’estate,
con il sole che scotta
e il mare che borbotta.

Tra i banchi di scuola come un alunno,
a settembre torna l’autunno.

E l’inverno come un nonnetto,
ci manda tutti presto a letto.
Fa buio, fa freddo, ma c’è la neve,
e questo lo rende una stagione lieve.

Sono quattro come le pareti della mia stanza,
le stagioni vestite d’organza.
E la più bella sai qual è?
Quella che sceglierò insieme a te!

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“Le stagioni”
(di R. Piumini)

Prima viene Primavera
con i fiori sulla pianta,
poi Estate calda e chiara
quando la cicala canta,
poi Autunno bruno e quieto
con castagne e foglie rosse,
poi Inverno infreddolito
con starnuti, gelo e tosse.

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“Le stagioni, i mesi, le settimane, i giorni”
(di Gioia Vanni)

Ebbe la primavera coi bei fiori.
Ebbe l’estate con i suoi colori.
Ebbe l’autunno coi grappoli d’oro.
Ebbe l’inverno, con il suo lavoro
di trine e di merletti: erano i bianchi
ghiaccioli e neve, a fiocchi lenti e stanchi.
Fu un anno come gli altri, coi suoi mesi,
con le stagioni e con le settimane:
una fila di giorni che rimane
nel ricordo di chi li ha bene spesi.

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Filastrocca delle stagioni

Arriva, arriva la primavera,
col sole che splende da mattina a sera.
Poi è la volta dell’estate,
sotto l’ombrellone quante risate.
Segue subito l’autunno,
e a scuola torna l’alunno.
Per finire inizia l’inverno,
così lungo che sembra eterno!

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“I doni”
(di Angelo Silvio Novaro)

Primavera vien danzando,
vien danzando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
Ghirlandette di farfalle,
campanelle di vilucchi,
quali azzurre, quali gialli;
e poi rose, a fasci e a mucchi.

E l’estate vien cantando,
vien cantando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
Un cestel di bionde pesche
vellutate, appena tocche,
e ciliegie lustre e fresche,
ben divise a mazzi e a ciocche.

Vien l’autunno sospirando,
sospirando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
Qualche bacca porporina,
nidi vuoti, rame spoglie,
e tre gocciole di brina,
e un pugnel di morte foglie.

E l’inverno vien tremando,
vien tremando alla tua porta.
Sai tu dirmi che ti porta?
Un fastel d’aridi ciocchi,
un fringuello irrigidito;
e poi neve, neve a fiocchi
e ghiacciuoli grossi un dito.

La tua mamma vien ridendo.
vien ridendo alla tua porta,
sai tu dirmi che ti porta?
Il suo vivo e rosso cuore,
e lo colloca ai tuoi piedi,
con in mezzo, ritto, un fiore:
Ma tu dormi e non lo vedi…

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“Le stagioni”
La primavera è una stagione fiorita,
cantano i bimbi agitando le dita.
L’estate ci dona frutti saporiti,
porta il caldo e divertimenti graditi.
L’autunno le foglie fa cadere
e tra gli alberi spogli tutto si può vedere.
L’inverno è freddo e bianco di neve
cappotti e guanti metter si deve.

Filastrocche sui mesi

Gennaio neve e tramontana
Febbraio grandi e piccoli rintana
Marzo spazza nuvole dal cielo
Aprile dolce dormire
Maggio canoro porta gioia a tutti
Giugno ci dona saporiti frutti
Luglio le bionde spighe fa tagliare
Agosto porta i bimbi al mare
Settembre ci dà l’uva dolce e bella
Ottobre* porta al bimbo la cartella
Novembre dona foglie secche al vento
Dicembre porta il freddo e già lo sento.

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Nel gennaio freddo e gelo.
A febbraio di nebbia il velo.

Marzo pazzo, agitatore.
Dolce è april col suo tepore.

Maggio, sbocciano le rose.
Giugno, messi rigogliose.

Luglio, invita in riva al mare.
Arde agosto e fa sudare.

Nel settembre la poesia!
Vino a ottobre ed allegria!

Vien novembre, umido e tetro.
Poi dicembre a tutti dietro.

Ecco i dodoci fratelli,
metà brutti, metà belli.

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Gennaio s’affaccia con il freddo pungente
Febbraio arrivan le mascherine a divertire la gente
Marzo soffia il vento in testa
Aprile s’odono campane in festa
Maggio profuma di rosa
Giugno pochi giorni e poi ci si riposa
Luglio nessuno a casa rimane
Agosto allietan le feste paesane
Settembre con il vino
Ottobre s’accende il fuoco nel camino
Novembre tutto avvolto dalla nebbia
Dicembre il mondo è in festa: ogni bambino ha una sua richiesta.

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GENNAIO cade la neve
lei scende lieve lieve;
un pupazzo ci facciamo
e tante palle ci tiriamo.

A FEBBRAIO c’è Carnevale
io mi vesto da animale,
tu invece da Arlecchino
e facciamo un bell’ inchino.

A MARZO suona la campana
stiamo a casa una settimana,
la Pasqua ormai è arrivata
mangiamo le uova di cioccolata.

Ad APRILE è già primavera
facciamo festa da mattina a sera
spuntano i fiori in tutti i prati
e mangiamo dei bei gelati.

A MAGGIO tornano i rondinini
sono felici tutti i bambini
sono più lunghe le giornate
facciamo belle passeggiate.

Le ciliege maturano a GIUGNO
ne mangiamo un bel pugno
finalmente la scuola finisce
ed ogni bambino gioisce.

A LUGLIO si va al mare
tanti giochi si possono fare
col secchiello e la paletta
costruiamo una casetta.

Ad AGOSTO in campagna
per il caldo ci si lagna
tutti cercano uno stagno
per potersi fare un bagno.

A SETTEMBRE si fa il vino
ne beviamo un bicchierino
poi a scuola ritorniamo
e con i compiti ricominciamo.

Ad OTTOBRE vado nel bosco
ogni fungo io conosco
poi per Halloween mi travesto
faccio scherzi e scappo lesto.

A NOVEMBRE a casa mia
tutte le foglie volano via
torna anche il freddo birbone
dovrò mettermi il maglione.

A DICEMBRE c’è Natale
ed io sogno di volare
con le renne sulla slitta
tra la nebbia fitta fitta.

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I mesi dell’anno

Gennaio mette ai monti la parrucca
Febbraio grandi e piccoli imbacucca;
Marzo libera il sol di prigionia,
April  di bei colori  gli orna la via;
Maggio vive fra musiche di uccelli,
Giugno ama i frutti appesi ai ramoscelli;
Luglio falcia le messi al solleone,
Agosto, afoso, ansando le ripone;
Settembre i dolci grappoli arrubina,
Ottobre di vendemmia empie le tina;
Novembre ammucchia aride foglie in terra;
Dicembre ammazza l’anno e lo sotterra.

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L’anno e i suoi dodici figlioletti

I suoi dodici mesetti,
tutti un pò capricciosetti,
veste l’anno con gran cura
e nessuno ne trascura.
Dà a Gennaio un cappuccetto,
a Febbraio un ombrelletto,
mette a Marzo un mantellino
ad Aprile un giacchettino.
Mette a Maggio i sandaletti
ed a Giugno zoccoletti
ha per Luglio un costumino
per Agosto un cappellino.
A settembre dà un golfino
ad Ottobre un grembiulino
a Novembre gli scarponi,
a Dicembre i calzettoni.

Filastrocche sulla settimana

Filastrocca della settimana

Tanto sole il lunedì;
bianca neve il martedì;
mercoledì si scende in piazza
per sentir la storia pazza;
qui si ride il giovedì;
non si piange il venerdì;
e di sabato, vi avviso,
c’è la festa del sorriso.
La domenica, è baldoria,
perché inizia un’altra storia.

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Lunedì la lumachina inizia lenta la stradina,
martedì il maialino si pulisce per benino,
mercoledì il gattino fa le fusa nel cestino,
giovedì il lupo entra nel bosco cupo,
venerdì il cagnolino nasconde l’osso nel giardino,
sabato l’uccellino vola nel cielo turchino,
domenica la cavalla finisce nella stalla.

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Lunedì andò da Martedì
per vedere se Mercoledì
avesse saputo da Giovedì
se fosse vero che Venerdì
avesse detto a Sabato
che Domenica era festa.

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Lunedì chiusin, chiusino.
Martedì bucò l’ovino.
Sbucò fuori mercoledì.
Pio, pio, pio…fe’ giovedì.
Venerdì fu un bel pulcino.
Beccò sabato un granino.
La domenica mattina
aveva già la sua crestina.

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Lunedì mamma a scuola mi mandò…
Martedì dissi:- Ho sonno, non ci vo!
Mercoledì sentii dolor di testa…
Giovedì volli far festa…
Venerdì la cartella non trovai,
Sabato piovve e a scuola non andai..
Domenica:- Oggi a scuola voglio andare…
dissi. Ma non mi vollero mandare

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Lunedì balla.
Martedì suona.
Mercoledì sta seduto in poltrona.
Giovedì batte il tempo
con la bacchetta.
Venerdì fischia
un’allegra marcetta.
Sabato si mette in posa
in mezzo alla stanza,
piega la testa
e canta:
<Domenica è festa!>.
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La settimana di nonna Lucia

LUNEDI fece il bucato
MARTEDI andò al mercato
MERCOLEDI accese il forno per cuocere il pane prima di giorno
GIOVEDI pian pianino spazzò la casa per benino
VENERDI prese il paniere per raccogliere le pere
SABATO E DOMENICA si riposò
La settimana di sette giornate una alla volta son tutte passate

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La settimana dei fiori

LUNEDI’ raccolgo un fiore
MARTEDI’ un girasole
MERCOLEDI’ una bella viola
GIOVEDI’ una rosa sola
VENERDI’ un ciclamino
SABATO e DOMENICA un mazzolino e
sto a casa con mamma e papà.

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