Educare è…

Educare è…

Spesso noi educatori e docenti ci interroghiamo sul fine dell’educazione e posiamo il nostro sguardo sui suoi contenuti, dimenticando di insegnare ai nostri bambini come “vedere” la realtà che li circonda, con le finestre dei loro cuori e ad apprezzarne il suo incanto con la magia della sensibilità.
Sono stata conquistata dalla bellezza delle parole e del pensiero di Rubem Alves, grande pedagogista brasiliano, teologo e psicanalista, scrittore anche per bambini. Vi consiglio la lettura di questo suo scritto…

educare è“Educare è mostrare la vita che non hanno ancora visto. L’educatore dice: “Guarda là!” e, parlando, indica un frammento, apre uno squarcio. I bambini fissano lo sguardo ammirati e vedono cose che non hanno mai visto. Il loro mondo si espande. Il desiderio di imparare si rafforza. L’educazione non avrà mai fine finchè qualcuno mostrerà ciò che sta più in là. Ho letto molti libri di psicologia, di pedagogia, di sociologia della formazione, non ho trovato l’educazione allo sguardo. Eppure educare è insegnare a vedere. Attraverso gli occhi i bambini entrano in contatto con la bellezza e il fascino del mondo. Con gli occhi della mente accolgono la realtà, la interrogano, la trasformano.
Desidero insegnare ai bambini che hanno occhi magici: che i loro occhi sono fatti per vedere, sono fatti per pensare. Per questo educare è soprattutto insegnare a pensare, a stare in contatto con la propria mente e crescere nella consapevolezza. Educare è anche insegnare a immaginare quello che non esiste. Delusi, imbrigliati da mille vincoli e senza risorse gli educatori e gli insegnanti continuano ad essere uomini e donne di speranza. Sanno ascoltare la melodia del futuro e piantano alberi alla cui ombra non si siederanno mai. Ma non importa. Essi si rallegrano pensando che i bambini ai rami legheranno altalene. Educare è formare la sensibilità. Esiste l’educazione delle abilità, ma esiste anche l’educazione della sensibilità. Esiste il conoscere ed esiste il sapere che gli da stabilità, gusto, sapore. Senza la formazione della sensibilità tutte le abilità sono sciocche e insignificanti. La conoscenza ci spiega come viviamo ma è la saggezza che ci offre dei motivi per vivere. Educare è regalare parole per vedere il mondo. A scuola abbiamo imparato le classificazioni botaniche, i nomi latini, le formule chimiche. Parole che abbiamo dimenticato. Nessun professore ha attirato la mia attenzione per la bellezza di un albero, il volo di un uccello, il colore di una foglia. Sembra che, a quel tempo, le scuole fossero più interessate a farmi innamorare delle parole più che appassionarmi alla realtà che esse vogliono indicare. Ma le parole che hanno più senso sono quelle che ci aiutano a vedere meglio il mondo. Molte persone con la vista perfetta non vedono niente perché la capacità di vedere non è cosa naturale, si impara. E quando i bambini aprono gli occhi, le finestre del corpo, il mondo si riflette dentro di loro. Sono i bambini che, senza parlare, ci insegnano i motivi per vivere. Non hanno conoscenze da trasmetterci ma solo ciò che è essenziale. Chi non cambia il suo modo di vedere e non assume la sensibilità di un bambino non potrà vedere e non sarà mai saggio.
Testo tratto da Educar di Rubem Alves

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