Prima del primo giorno di scuola

Prima del primo giorno di scuola

primo giorno di scuola

Voglio aprire il nuovo anno con una lettera ai miei futuri alunni e non solo… il mio sguardo si allunga fino a raggiungere gli alunni più grandi, quelli che di strada ne hanno fatta un bel po’ e a tutti coloro che fino a qualche mese fa mi chiamavano “Maestra”. Una maestra è per sempre, come i diamanti. Mi piace tutto ciò che ha un inizio. Ogni inizio reca con sé gli auguri, le facce sorprese, il desiderio di conoscere e lasciarsi scoprire, di meravigliarsi, di lanciarsi in nuove e audaci sfide, proprio come noi docenti, da anni, sappiamo fare. A molti sfugge quello che avviene nelle cucine, sul pavimento, sulle scrivanie degli insegnanti nei giorni che precedono l’inizio. Un esercito di persone viene arruolato a ritagliare, incollare, colorare. In alcuni casi si salta il pranzo o si mangia un piatto freddo. Quando non è possibile farsi aiutare, l’insegnante immola le sue ore di riposo per creare e creare e si ferma solo quando come in una partita scade il tempo. Arriva il primo giorno di scuola e con trepidazione accoglie i nuovi alunni o saluta i “vecchi” con un entusiasmo rinnovato. Intanto nei giorni precedenti, come un accumulatore seriale, riempie le scatole di coraggio e di pazienza. Ne produce in quantità industriali perché sa che gli serviranno e ripone le scorte per la coda dell’anno. Confeziona abiti di responsabilità e regole, non sono mai sufficienti e se ne aggiungono sempre di nuovi. Cancella le preoccupazioni e i problemi per creare un clima di felice attesa. Recupera conoscenze e ne costruisce altre per essere all’altezza del ruolo e ricerca, ricerca, perché i suoi alunni hanno fame di conoscenza. Coltiva sogni e li mescola con un impegno vivace. Ma quello che a molti sfugge è lo stato di agitazione febbrile che vive una maestra prima di ogni inizio. Anche lei è emozionata, proprio come i suoi alunni. Il desiderio di piacere e l’ansia dell’attesa divorano il tempo e le creano un terremoto emozionale. Cerca di non trascurare nessun dettaglio. Prepara l’aula come se fosse il suo nido, un giardino in cui accoglierà i suoi fiori tutti diversi, unici e preziosi. Teme il giudizio dei suoi piccoli e spera di passare l’esame. Appena li vede è amore a prima vista, soprattutto verso il più refrattario ai sorrisi o alla bambina che fatica a separarsi dalla mamma. Sa che i primi giorni (molti lo fanno anche dopo ed è bello) la chiameranno mamma. Sa essere magica. Spesso si traveste da fata, almeno nello spirito, e colleziona vocine di orchi, streghe e animali che tirerà fuori al momento giusto. Dentro di lei si nasconde un librone di storie, di operazioni, di tabelline, di mari e continenti, viaggi ed esperimenti. Ma come fa a sapere tutto? Boh! Raccoglie le lacrime (e si spera siano solo quelle). Tira fuori dall’armadio l’abito speciale delle grandi occasioni: quello colorato di luce, di sorrisi, di attenzioni, di cure e di affetto. Indossa i gioielli più brillanti quelli dell’empatia e con pennellate di freschezza inizia la sua “missione”. Ne uscirà con i capelli arruffati, con una voce gracchiante, imbrattata di colori, anelerà il silenzio e non sopporterà il suono di nessuna voce. Passato questo tsunami, sarà di nuovo pronta, giorno dopo giorno a veder crescere i suoi germogli innaffiandoli con fantasia e affetto, proteggendoli dai venti ostili e cattivi e aiutandoli a cercare la luce. E così, dopo aver illustrato il dietro le quinte emozionale di noi insegnanti prima della ripresa di un nuovo anno scolastico, non mi resta che augurare a tutti gli alunni passati e futuri e a tutti gli insegnanti di brillare con la luce speciale del primo giorno di scuola. ✏📚❤😊 

Maestra Mary (Tutti i diritti riservati)

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