La Valutazione… è una “roba difficile”

La Valutazione… è una “roba difficile”

la valutazione scuolaAnche quest’anno ho dovuto valutare i miei alunni. La valutazione, si sa, è una “roba difficile”. Formulare un giudizio, ben incastonato in un cerchio di parole, che come un anello su misura possa essere infilato al dito di ciascun allievo, non è facile. Non lo è mai. Nonostante gli anni e l’esperienza.

Dietro ogni alunno e le sue “prestazioni” si cela un mondo fatto di sogni e di aspettative. Un universo in divenire che, come pasta modellabile, cerca la sua forma migliore. Un infinito emozionale che proprio non ci sta a starsene chiuso in una scatola di livelli. Un docente questo lo sa. Eppure ci prova. Tenta di strapparsi quell’abito da burocrate che il sistema, senza occhi e senza speranze, gli cuce addosso. Nasce così, ogni volta, una coperta di frasi dalle mille sfumature per dire, senza mai dire troppo.

Le falle della nostra valutazione sono davvero tante. Come naufraghi urtiamo i limiti di un giudizio che si sforza di essere scientifico e infallibile. Peccato che nella maggior parte dei casi esso diventi uno dei tanti anelli di un ingranaggio che strozzerà i risultati di numerosi studenti. Dopo il lavoro di tessitura dei giudizi si apre la strada degli interrogativi. Sono riuscita a valorizzare tutti gli apprendimenti dei miei bambini? Ho seguito i loro passi? Ho ascoltato le loro voci? Ho accolto tutte le parole, soprattutto quelle prive di rumore?

Mentre li osservo, divago e immagino il loro viaggio nella vita, ai traguardi già raggiunti e a quelli che verranno. Allo scoppio di emozioni liberate e a quelle che aspettano di rivelarsi. Agli errori, alle sconfitte, alle buone idee. E allora la valutazione davanti allo specchio finalmente si toglie la maschera, mostra la sua vera faccia: è imbrigliata, sterile e riduttiva. Valutare spaventa. E se dobbiamo ricercare in ogni alunno le attitudini, le conquiste realizzate, la sua forza, facciamolo con la testa ma soprattutto con il cuore.

Intanto, con buona pace di insegnanti, alunni e genitori, possiamo navigare in acque tranquille fino al prossimo scrutinio, nell’attesa che ancora una volta qualcuno decida di trasformare in modo rivoluzionario gli intrecci della valutazione.

Magari questa volta una valutazione che sia come la primavera quando irrompe in un giardino: attenta ad aspettare l’apertura di ogni fiore e pronta a coglierne l’unicità di tutti i profumi.
Maria Ruggi – Riproduzione riservata –

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